perchè il nostro ateneo risiede proprio nella città del SANTO
Non vogliamo annoiarvi, ma per chi fosse ancora interessato ad intraprendere gli studi vi ricordiamo che l’università di Padova è fra le più note in Italia e fra le più antiche al mondo, risalendo al 1222, grande ateneo multidisciplinare, vanta una formazione professionale dalle solide basi culturali ( sede attuale: il bo).
Andiamo oltre! Oggi vi offriamo il nostro punto di vista su Padova, visitata in un solo giorno.
I patavini ci dicono che tre sono le cose che bisogna assolutamente vedere di questa meravigliosa città: il santo senza nome, il prato senza erba, il bar senza porte (S.Antonio, Prato della Valle, bar Pedrocchi).
Bar Pedrocchi
Prato della Valle
In lontananza la Basilica di Santa Giustina
Ci scusiamo per le nostre numerose mancanze cari lettori, ma non abbiamo ancora capito perchè esista un Santo senza nome, considerando che sant’ Antonio è nominatissimo e onoratissimo in città.
Essendo ” viaggiatori in fuga” spesso qualcosa ci sfugge!
Magari dopo le vostre visite la cosa sarà più chiara, se vi capita di passare per Padova scriveteci, siamo curiosissime!
Tuttavia non ci sfugge il perchè lo storico bar Pedrocchi viene denominato il bar senza le porte. Esso infatti, prestigioso punto
d’incontro di intelletuali, accademici, studenti e politici, fino al 1916 fu aperto di giorno e di notte.
Ci fidiamo dei cittadini padovani e visitiamo i tre luoghi ” obbligatori”.
Entrati nella basilica di Sant’ Antonio ci ritroviamo in un’area dedicata allo shopping, oltrepassando il primo cortile, notiamo subito un negozietto che sembra stato creato proprio per noi, tea aromatizzati, infusi e lozioni naturali per il corpo, insomma il posto ideale per una pausa relax.
Basilica di Sant’ Antonio in ristrutturazione
Dopo una piccola sosta in un bar del centro decidiamo di passeggiare, deliziamo la nostra vista percorrendo l’argine del Bacchiglione, il fiume che attraversa la città.
Camminando nei pressi di Prato della Valle ci ritroviamo su un ponte dal nome poco felice: il Ponte della morte.
Incuriosite, fermiamo un passante e chiediamo spiegazioni, ci viene comunicato che il nome ha tre possibili origini:
1. sorge dove un tempo si trovava il cimitero della chiesa di San Daniele, il cui abside è esattamente a fianco del ponte.
2. nel medioevo sul ponte vennero giustiziati tre assassini.
3. nel 1422 il ponte subì un disastroso crollo, e annegarono 27 persone che si erano assiepate sull’arcata per seguire una processione.
Insomma, comunque siano andate le cose il tema un pò ci rattrista, per tale ragione decidiamo di continuare la nostra passeggiata, tuttavia il tempo a nostra disposizione è ormai finito, dobbiamo avviarci verso VERONA.
Prima di andare via chiediamo a dei ragazzi dove si possono mangiare piatti tradizionali patavini, ci vengono indicati i Colli Eugani, effettivamente due anni fa andai in un ristorante sui colli e vi assicuro di aver mangiato benissimo, purtroppo per raggiungerli necessitate di una macchina, ma ne vale davvero la pena.
Salutiamo le nostre care amiche padovane, e speriamo di ritornare presto a trovarle, per poter assoporare insieme lo spirito sacro e intellettuale di questa città che ci ha accolte negli anni universitari.