Alessandria la città della paglia

Dopo aver viaggiato con la mente e con l’anima in oriente ritorniamo in Italia.

La giornata inizia presto con una bella colazione e una cura di bellezza all’olio d’argan bio che ci portiamo dietro dal sogno arabo.

Saliamo su una smart e ci dirigiamo verso Alessandria percorrendo La Colla ( tratto di strada tra Valenza e Alessandria), con in sottofondo la canzone ” Stand by me” http://www.youtube.com/watch?v=8H18PvgxuJ4.

Entriamo in una cartolibreria per stampare i documenti per il mio prossimo viaggio oltreoceano, e mi faccio subito dire cosa posso visitare in questa città, che a dir la verità non mi incuriosisce molto.

Il personale del negozio in un primo momento si mostra molto perplesso, successivamente inizia a raccontarmi in maniera fluente dei monumenti da visitare e delle dicerie sulla città.

Da non perdere la Chiesa di Santa Maria Del Castello

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Famosa è la Cittadella che costituisce uno dei più grandiosi monumenti europei nell’ambito della fortificazione permanente nel XVII, uno dei ancora presenti in Europa.

E’ l’unica fortezza europea ancora oggi inserita nel suo contesto ambientale originario.

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Scopriamo che Alessandria è la città del cappello ” Il Borsalino” e del Borotalco Paglieri famosi in tutti il mondo;

Il borsalino

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La città un tempo era denominata della Paglia per i robusti e singolari tetti delle abitazioni costruiti con fango e paglia.

I nostri informatori ci dicono che gli Alessandrini vengono spesso chiamati “Mandrogni”, parola derivante dal nome di una frazione della città chiamata Mandrogne.

Capisco che l’appellativo assume un significato negativo e in dialetto Piemontese dovrebbe significare “scaltro-furbo”.

Il paese di Mandrogne era molto noto in tutta la provincia, in quanto i suoi abitanti giravano per le campagne con un carrettino, raccogliendo stracci e pelli di coniglio.

Ringraziamo i gentili alessandrini per averci donato queste informazioni.

Passeggiando per le vie del centro, siamo fortunate, veniamo fermate da un’allegra coppia di anziani attirati dai nostri sorrisi.

Ci tratteniamo piacevolmente con loro.

L’uomo, che a quanto pare è uno storico, ci dice che Alessandria è la città di Gagliaudo, personaggio della tradizione popolare ( maschere di carnevale).

Secondo la leggenda egli salvò la città durante l’assedio del Barbarossa nel 1174, Stremati dal lungo assedio, gli alessandrini si trovarono di fronte ad un bivio: arrendersi o trovare un sistema per salvarsi.

Mentre il Consiglio degli Anziani era riunito al Catello di Rovereto, interviene in loro aiuto un popolano di nome Gagliaudo, pastore e produttore di formaggi, che ideò uno stratagemma.

Trovata una vacca, la fece nutrire con l’ultimo sacco di grano rimasto in città, quindi una sera uscì dalle mura per portare la bestia a pascolare. I nemici catturarono la bestia e la uccisero, ma rimasero meravigliati dalle grandi quantità di cibo nello stomaco di essa e informarono l’imperatore dell’accaduto. Questi convocò Gagliaudo per interrogarlo che riferì di una città tenace che non si sarebbe mai arresa, considerando anche la grande quantità di viveri a disposizione essi avrebbero potuto resistere all’assedio ancora per mesi.

Così il Barbarossa ritirò le truppe, e la città di Alessandria, ormai allo stremo delle forze, sopravvisse.

A testimonianza di ciò il simpaticissimo vecchietto ci manda a visitare la statua di Gagliaudo in Piazza D’uomo, nominando anche Umberto Eco.

Noi salutiamo gentilmente dicendo che abbiamo poco tempo e andiamo alla ricerca della statua.

Passiamo per piazza Lega Lombarda

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Percorriamo Via Dante e ci ritroviamo nella cosiddetta piazza dell’orologio ” Piazza Libertà”. Chiediamo informazioni a due passanti che ci invitano ad ammirare i mosaici sotto Le poste.

Mosaici

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Arriamo finalmente in piazza d’uomo

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Troviamo la famosa statua del Gagliaudo

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La frase di Umberto Eco scritta dietro dice: a Gagliaudo Aulari che ci ha insegnato come si possa risolvere un conflitto senza uccidere alcun essere umano se il mondo lo ha dimenticato ricordiamolo noi.

A noi ci viene fame, S.Y. mi porta nella pasticceria più famosa di Alessandria vicino Piazza Libertà, Pasticceria Zoccola; la mia amica mi dice che qui fanno la torta tartufata (specialità piemontese). Pensate che la proprietaria fino a 92 anni non ha mai abbandonato il suo lavoro nelle cucine del locale.

Purtroppo di lunedi’ è chiusa, possiamo guardarla solo da fuori.

Ci dirigiamo verso un centro commerciale per poi continuare il nostro tour in Smart nel Monferrato.

P.S. Approposito di Monferrato ci dicono di non nominare mai Casale ad Alessandria e viceversa, pare che la cosa possa fare infuriare i cittadini, pare per questioni calcistiche.

I ricci ad Alessandria

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A presto cari lettori. Marika